A white short haired blond man with spectacles and a curly black woman sit next to each other at a wooden table while looking together towards the screen of a tablet. It looks like they are enjoying their work

La vita da startup founder ti mette ogni giorno alla prova.
Oggi, ad esempio, vuoi capire come fare a scrivere offerte di lavoro inclusive per rendere chiaro che il tuo impegno per la diversità è concreto.

Da dove partire?

Prima di inondarti di buone pratiche ed elenchi puntati, sappi che è tutto assolutamente alla tua portata. La cosa importante da ricordare è che la comunicazione del tuo impegno per la diversità è una continuazione di ciò che stai già facendo internamente in azienda. La primissima regola, quindi, è quella di evitare parole o frasi fatte per sembrare più inclusivi, ma di raccontare il più esplicitamente possibile cosa rende la tua azienda un luogo disponibile alla diversità. Solo così riuscirai a rendere il tuo messaggio onesto e autentico.

Superato questo primo nodo, in questo articolo ti propongo la mia personalissima checklist per costruire un’offerta di lavoro efficace ed inclusiva:

  1. Utilizza un linguaggio senza stereotipi
  2. Evita gli acronimi e le parole “segrete”
  3. Garantisci elementi di accessibilità per testi online
  4. Evidenzia il tuo impegno per la diversità
  5. Assicura un compenso equo
  6. Do your best

Vediamo più nel dettaglio cosa significano queste linee guida.

1. Utilizza un linguaggio senza stereotipi

Gli stereotipi si annidano nel nostro linguaggio quotidiano, anche quello scritto, e sono un’arma altamente escludente per determinati gruppi di persone. Sapevi, ad esempio, che un lessico più con caratteristiche di forza, leadership, responsabilità, attrae più tipicamente profili maschili? Mentre, all’opposto, parole afferenti alla sfera della comunicazione, relazione, accudimento, attraggono più facilmente profili femminili? Ti sembrerà uno scherzo, ma purtroppo è la realtà, o meglio: un dato.

Questo fenomeno indica un pregiudizio implicito – unconscious bias – espresso sia da parte di chi legge che da parte di chi scrive, e che pregiudica l’efficacia delle tue campagne di recruitment. A causa di questo, sarà molto più difficile raggiungere tutti i candidati all’altezza della posizione, poiché solo i candidati all’interno di un dato gruppo sociale – come in questo caso, quello maschile – avranno desiderio, capacità o ambizione di proporre il proprio CV. In poche parole: la tua cerchia di potenziali candidati si restringe notevolmente.

Come si fa a capire se stai usando un linguaggio stereotipato?

Prova a immedesimarti nella persona che leggerà il testo e facendoti questa domanda: “Userei le stesse parole nei confronti di una persona di genere/età/abilità diverse da quella che avevo immaginato inizialmente? Che risultato produce il mio testo su questo tipo di candidati?”.

Ancora meglio: chiedi una rilettura della bozza ad una persona con connotati diametralmente opposti al tuo gruppo di lavoro di riferimento. Ad esempio: se stai promuovendo un’offerta per un’azienda di ingegneri a maggioranza maschile, prova a consegnare la bozza a professioniste donne del settore. Esponi il testo al loro parere e integra i suggerimenti.

2. Evita gli acronimi e le parole “segrete”

Un altro modo per allontanare i candidati è inserire acronimi, anglicismi, e linguaggi in codice inutili che spesso riferiscono a processi comunemente utilizzati ma nominati in modo diverso a seconda dell’azienda di appartenenza. Se devi usare tecnicismi imprescindibili – come un linguaggio di programmazione, un software o una metodologia specifica – questi possono essere inseriti nelle competenze obbligatorie richieste, ad esempio: esperienza in javascript, google slides, html, jira, etc. Anche questo passaggio renderà il tuo testo più comprensibile.

Per raccontarti con affetto spassionato i benefici di una scrittura neutrale, in grado di rivolgersi in maniera chiara a tutti e tutte le lettrici, consiglio il sempre utile approccio del Post descritto proprio qui dal suo direttore Luca Sofri:

“la lingua corretta è la lingua “che si capisce”, ovvero che è fatta di scelte che permettono di rendere ciò che si scrive più aderente possibile a ciò che si vuole comunicare […] Un uso sbagliato della lingua è quello che usa parole ed espressioni distanti dal significato esatto delle cose, o superflue, senza ragioni specifiche estetiche o stilistiche.” Luca Sofri, 2017

Non potrei essere più d’accordo.

3. Garantisci elementi di accessibilità per testi online

Sebbene non sia un’esperta di web design, qualcosina sull’accessibilità dei media online nel tempo ho dovuta impararla anche io. Questo aspetto è particolarmente importante se stai pensando di pubblicare l’offerta di lavoro sul vostro sito aziendale. In questo caso, assicurati che il testo e le immagini che utilizzerai siano taggati correttamente e pensati per un pubblico con diverse abilità cognitive. Questo permetterà loro di navigare il testo in maniera più semplice. Qui puoi trovare linee guida per:

4. Evidenzia il tuo impegno per la diversità

Questo passaggio è forse il più semplice ma non il più scontato. Se la tua azienda è concretamente impegnata nella creazione di un ambiente di lavoro aperto a tutti i talenti, indipendentemente da età/genere/provenienza/religione/abilismo, allora dillo!

Ancora meglio: vai oltre le parole. Se ci sono azioni concrete che la tua azienda sta portando avanti, mettile in evidenza perché sono proprio quelle che permetteranno a futuri e future candidate di fidarsi del tuo impegno per la creazione di un ambiente di lavoro inclusivo.

Se al momento hai poche azioni concrete da dimostrare ma la diversità e l’inclusione sono un tuo obiettivo, puoi semplicemente dire che la posizione offerta è aperta a tutte le persone qualificate senza distinzione di età/genere/provenienza/religione/abilismo conformemente a quanto previsto dalle leggi.

5. Assicura un compenso equo

Last but not least, metti a budget la figura che vuoi inserire. Poche cose come un lavoro mal retribuito rendono l’accesso al mondo del lavoro escludente.

Un esempio? I tirocini non pagati. Se da un lato è vero che la persona assunta è in fase di formazione, dall’altro è importante ricordare che la formazione professionale non può rimanere un lusso esclusivo solo per chi ha accesso ad elevate risorse economiche.

Garantire un salario minimo anche per figure junior è indispensabile per due ragioni: da un lato l’azienda dimostra l’impegno concreto nei confronti dell’inserimento e della formazione della nuova figura; dall’altro, sostiene la scommessa sul lavoro dignitoso e sostenibile per tutti.

Per qualche dato in più, qui trovi una sintesi di HBR che spiega come internship non pagati acuiscono notevolmente le differenze sociali ed economiche negli Stati Uniti e cosa possono fare le aziende per mettere fine a questa pratica discriminante.

6. Do your best, but do something about it

L’ultimo consiglio riguarda proprio l’impegno: costruire job description efficaci ed inclusive richiede allenamento, non è di certo una cosa che si impara dalla sera alla mattina. Come in tutte le cose, l’inizio può sembrare più difficile, ma è lo scoglio più importante da superare. Quindi non scoraggiarti se ti sembrano tante cose da mettere in pratica: meglio cominciare da qualche parte che non cominciare affatto. Il resto si costruirà con il tempo, abbi fiducia e lasciati sorprendere dai tuoi risultati.

Conclusione:

Da questa checklist avrai capito anche tu che non servono grandi operazioni di marketing per migliorare il modo in cui ci presentiamo ai futuri candidati, ma piccole accortezze possono fare la differenza. Questa è l’unica strategia che premia sul lungo periodo e che ti permetterà di raggiungere il maggior numero di talenti interessati a ciò che fai proprio tu.

Per esercitarti, prova questa checklist con la tua attuale offerta di lavoro. E se pensi di aver bisogno di un piccolo supporto extra, puoi scrivermi a clelia.calabro@therebelcompany.co. Ti aspetto!

Clelia Calabrò
Clelia Calabrò
https://therebelcompany.co

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